Le foto su Facebook sono morte. Lunga vita alle foto su Facebook.

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Luca Della Dora

Come vengono consumati i contenuti dalle persone?
In che modo, e con che obiettivi, si deve esprimere il nostro brand?
Come vengono distribuiti i contenuti dalle piattaforme su cui vengono pubblicati?

Se spesso le prime due domande sono risolvibili attraverso lo studio dei comportamenti delle persone e alla comprensione dell’universo del brand, la terza questione è figlia di scelte delle piattaforme su cui i contenuti vengono pubblicati per essere poi distribuiti.

Sappiamo com’è cambiato l’algoritmo di Facebook in questi mesi, e qual è l’importanza di un sostegno media che aiuti i contenuti a raggiungere persone a cui il messaggio possa interessare veramente, ma anche che è sempre più determinante scegliere il formato più adatto per farlo.

Secondo uno studio di Socialbakers (di Aprile 2014) il 75% dei contenuti condivisi dai brand è costituito da foto: le immagini – in quel momento – garantivano il maggior coinvolgimento delle persone (l’87% del totale delle interazioni era relativo a contenuti di questo tipo).

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Facebook ha iniziato, nel frattempo, a investire sempre di più su contenuti video: pochi mesi fa – per la prima volta – il numero di visualizzazioni di video nativi su Facebook ha superato quello delle views su Youtube (l’autoplay dei video su Facebook ha, ovviamente, influito sul dato, che è comunque significativo del tipo di contenuti che le persone sono sempre più abituate a fruire e condividere).

Facebook Video Is Driving YouTube Off Facebook

Zuckerberg ha dichiarato che i video su Facebook contano, ogni giorno, più di 3 miliardi di visualizzazioni.

Questo dato va letto osservando anche il tipo di contenuti video condivisi sulla piattaforma (in totale, e dalle pagine):

Facebook Video Is Driving YouTube Off Facebook

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Il numero di visualizzazioni è incrementato in modo così evidente perché le persone hanno iniziato a caricare sempre più spesso i propri video direttamente sulla piattaforma: da mobile è un’operazione semplice quanto caricare una foto, e l’autoplay garantisce la visibilità del contenuto, motivo per cui molti brand hanno iniziato a sfruttare la visibilità offerta dai video, e – di conseguenza – un maggior volume di interazioni.

Facebook Video Is Driving YouTube Off Facebook

Un nuovo studio di Socialbakers riporta che il reach organico dei contenuti video è di 8.71%: un valore decisamente alto, se paragonato a quello di update di solo testo (5.77%), di link (5.29%) e – soprattutto – delle foto (3.37%).

Posting a photo is the worst way to get people to see your Facebook posts

Il risultato è ancora più basso osservando pagine con più di 100.000 Like:

Posting a photo is the worst way to get people to see your Facebook posts

Il dato non sorprende principalmente per due motivi:

Facebook sta lavorando sempre di più per favorire le views di video, testimonia una dichiarazione di Zuckerberg – di Novembre 2014 – in cui anticipava che entro 5 anni la maggior parte dei contenuti su Facebook sarebbero stati video.

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Lo studio di Socialbakers analizza il reach organico di più di 670.000 contenuti. Organico, appunto. Ma se nel 2013 era soltanto il 9% dei contenuti ad essere promosso, a fine 2014 questo valore è quasi raddoppiato (superando il 17%). E anche quando osserviamo come vengono “sponsorizzati” i contenuti, ci rendiamo conto che i video vengono favoriti: il 27% sono sostenuti da un supporto media (17% quando parliamo di foto).

Che lezione trarre da questo studio? Dobbiamo prevedere un futuro in cui i nostri newsfeed saranno popolati da video e in cui le immagini scompariranno?

Assolutamente no: sarà, piuttosto, sempre più importante individuare contenuti che sappiano rispondere alle esigenze delle persone con cui si desidera interagire, dando loro la possibilità di contribuire alla storia della marca e di pensare a un mix di contenuti che lavorino bene insieme.

Video e foto non vanno pensati come universi opposti, ma come modalità espressive differenti.

Richiedono un tipo di fruizione diversa e che sono in grado di trasmettere emozioni in modo unico: è attraverso un mix di questi due formati che si può costruire una storia completa, in grado di raggiungere l’audience in momenti specifici (ad esempio, l’esperienza video è completa se accompagnata dal suono, mentre le immagini possono essere fruite in qualsiasi momento, con meno “sforzo” da parte dell’utente).