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davide.corti

BuongiornoBuongiorno

dopo la festa della donna e in attesa delle #crazycreatives pasquali, questo WE parliamo del Face Swapping.

Dall’alba dei tempi, esistono applicazioni in grado di modificare in modi creativi le foto che ognuno di noi custodisce nel proprio rullino fotografico. Ma mai come in quest’ultimo periodo l’argomento è stato all’ordine del giorno. Andiamo però con ordine.

Cos’è il Face Swapping?

E’ la possibilità di scambiare i volti di due persone/animali/cose presenti all’interno di una fotografia.

Da quanto esiste?

Almeno dal 2011, quando Microsoft rilascia la prima applicazione dedicata.

Perché è interessante?

Perché permette di fare cose matte con le proprie foto.


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Come si diceva, i riflettori si sono riaccesi questa settimana grazie all’acquisizione da parte di Facebook di MASQUERADE – l’applicazione che dà la possibilità di inserire live effects nelle proprie foto.

La notizia è stata data prima da MSQRD in un blog post e a seguire dallo stesso Zuckerberg tramite un video che lo ritraeva in versione Iron Man.

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Per Masquerade l’operazione rappresenta una svolta, con la possibilità di raggiungere ora qualcosa come 1.6 miliardi di persone nel mondo.

Per quanto riguarda Facebook invece – che dimostra di continuare a lavorare per ampliare la propria offerta – significa che a breve potremo aspettarci di vedere le funzionalità di MSQRD inglobate nei suoi prodotti.

La mossa non sarà passata inosservata ai più, perché questa acquisizione avviene a poco meno di un mese dall’introduzione dell’opzione face-swapping da parte di Snapchat  – funzionalità che al momento sembra calzare molto più a quest’ultima rispetto a Facebook.

Ricordiamo inoltre che solo poco tempo fa Snapchat aveva acquisito anche Looksery  – l’applicazione che permette agli utenti di video-chattare alterando le fattezze del proprio viso.

Come i Brand potranno sfruttare questo potenziale?

Resta ancora da capire, ma ciò che è fondamentale è che gli utenti vanno matti per simili features.

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È questo il tipo innovazione che, ora come ora, si richiederebbe anche a piattaforme come Twitter o Tumblr – criticate lungamente per dare poco spazio all’interazione ludica tra utente e piattaforma e quindi per un immobilismo che risulta un po’ forzato.

Sia come sia, ne abbiamo già “viste delle belle”: date infatti un’occhio qui, qui o qui.

Buon WE a tutti