IGTV: 1 miliardo di canali tv

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Luca Della Dora

Instagram è usato da 1 miliardo di utenti ogni mese.



Techcrunch

Sappiamo che le persone tendono a consumare contenuti su Instagram molto velocemente, con sessioni più brevi rispetto a quanto viene fatto su altre piattaforme.

Lo fanno nel tragitto casa-ufficio in metropolitana, oppure mentre stanno guardando la loro serie tv preferita, o quando sono in spiaggia. Insomma, ovunque e in qualsiasi momento.



E lo fanno per interagire con i brand che amano, o che vogliono scoprire.



Le Stories hanno reso ancor di più Instagram la piattaforma degli snack content per eccellenza: immagini e video brevi, che raccontano il momento, per scomparire dopo 24 ore.

Tutto questo ha modificato il nostro comportamento non solo su Instagram, ma anche quando usiamo altre piattaforme.

Il fatto che l’annuncio di IGTV abbia coinciso con la milestone del miliardo di utenti attivi non è casuale e non può che sottolineare che impatto Instagram sta avendo sul modo in cui vengono fruiti i contenuti.



D’altra parte il modo in cui consumiamo contenuti è da sempre stato guidato dalla tecnologia: all’inizio del Novecento il cinema era l’unico strumento attraverso cui fruire alcuni contenuti, e nel 1930 quasi 2 americani su 3 andavano al cinema ogni settimana.


Wikicommons

Poi è arrivata la televisione e quell’unico, magico, schermo si è moltiplicato ed è sbarcato nelle case di milioni di persone, offrendo anche qualcosa di nuovo: dal solo intrattenimento, alla possibilità di accedere alle news. In qualsiasi momento e dal proprio salotto.

Questo ovviamente ha avuto un impatto sull’industria cinematografica, che è si è ricavata un ruolo differente.

La TV ha cambiato il suo rapporto con le persone (e viceversa): un ruolo diverso, imposto da una nuova generazione di player che offrono i “suoi” contenuti, adatti ad essere fruiti in modo diverso, su dispositivi differenti.

Non si tratta di una sostituzione, come non lo è stato per il cinema, ma di un’evoluzione/cambiamento.

E non va dimenticato che il canale usato per accedere ai contenuti ha un impatto sulle nostre emozioni.


Facebook IQ

Siamo stati abituati a ruotare il nostro smartphone per vedere contenuti su Facebook o Youtube per un motivo molto semplice: quelle piattaforme consentivano di produrre – e condividere – video in formati “tradizionali” e le persone dovevano quindi adattare il loro comportamento (almeno fino a quando è stata integrata la possibilità di creare video verticali).



Con la diffusione delle Stories questo approccio è cambiato: Instagram ha permesso di caricare i video nel modo in cui effettivamente vengono guardati le persone li vogliono guardare, facendo quindi sì che il “contenitore” si adattasse a un comportamento.

L’azione è immediata: registro il mio – breve – contenuto, lo condivido, ed è subito pronto per raggiungere tutte le persone che mi seguono, o che lo troveranno grazie alla localizzazione, a mention o hashtag.

Con IGTV succede qualcosa di nuovo, per tutti: per le persone chi vuole vedere video, per i creators che ora hanno uno strumento in grado di “premiare” e stimolare la loro creatività e per i brand che potranno sfruttare per creare una relazione ancora più completa con le loro audience (ad esempio ampliando l’esperienza offerta con contenuti creati su altre piattaforme – o in altri formati).





Un post condiviso da Instagram (@instagram) in data: Giu 20, 2018 at 11:10 PDT




Ma perché IGTV può rappresentare veramente un nuovo modo di creare e condividere contenuti?


Innanzitutto IGTV non è soltanto un contenitore che permette di caricare video in verticale, ma è un vero e proprio hub, completamente integrato con l’esperienza che si ha quando si usa Instagram (nonostante sia – anche – un’app a sé stante).

IGTV è il prodotto nato dall’esperienza di questi anni di un’app – inizialmente“mobile only”, e che è quindi stata completamente progettata partendo dal modo in cui le persone creano e condividono contenuti con i propri smartphone.

Anche il modo di navigare tra i contenuti rappresenta una novità rispetto a quanto abbiamo visto fino ad oggi: riprende le logiche delle piattaforme video on-demand (vedi alla voce Netflix – “Per te”, “Popolari”, “Continua a guardare”), ma le mixa con quelle televisive (AKA permette di creare il proprio palinsesto) .

IGTV ha i propri canali, come la TV tradizionale, ed è uno di quegli aspetti che Systrom ha voluto sottolineare, ma permette anche sessioni molto più brevi, adatte alle logiche che guidano la fruizione da mobile: se sto guardando un video, ma – ad esempio – devo interrompere la visione perché devo scendere dalla metropolitana, posso riprendere la visione in un secondo momento grazie alla tab “continua a guardare”.



Per il momento* non ci saranno ads, e questo rende ancora più importante che creators e brand debbano lavorare sulla qualità dei contenuti per risultare interessanti per le persone a cui vogliono parlare.

Ma sarà il modo in cui parleranno loro quello che permetterà di essere rilevanti (e quindi efficaci): fino ad oggi il limite dei video era di 60”, con IGTV questo limite è stato portato a 60 minuti. E questo cambia tutto.
Non tanto perché ci si deve aspettare che i creator lavorino su formati video così lunghi, ma perché offrire loro questa flessibilità, non può che incoraggiare all’uso di IG tutti quei creator che fino ad oggi non hanno potuto esprimere il loro potenziale perché “specializzati” in contenuti che per loro natura non potevano essere troppo brevi.

Queste parole di Systrom sottolineano ancora una volta come per Instagram sia importante offrire alle persone la possibilità di usare lo schermo degli smartphone per intero (insomma, in verticale).

IGTV rende la condivisione di video ancora più social di quanto lo sia stata fino ad oggi, proprio perché si integra in modo naturale a quanto offerto da Instagram: è possibile commentare e interagire con i contenuti condivisi su IGTV proprio come si fa su quelli pubblicati nel feed (a differenza di quanto accade con le Stories, è possibile cliccare Like e commentare pubblicamente, dando vita a conversazioni legate al contenuto e favorendo così la relazione con la propria community).


I brand dovranno iniziare a produrre contenuti di alta qualità per offrire alle persone la stessa esperienza a cui sono abituati quando consumano video in TV?


In alcuni casi magari sì, se l’obiettivo è quello di raggiungere la propria audience con messaggi di un certo tipo, ma nella maggior parte dei casi sarà soprattutto fondamentale ripensare l’approccio alla creazione di video, perché è tutta la fruizione a cambiare, non soltanto il formato verticale (AKA non basta prendere i video in formati tradizionali e renderli verticali).



IGTV è uno strumento complementare alle Stories: non si tratta di una repository di tutto ciò che fino a oggi veniva condiviso in modo diverso o un’estensione – in termini di durata – di ciò che poteva essere creato, ma di una nuova parte di un ecosistema pensato per far dialogare tra loro i contenuti creando storie sempre più complete e fruibili su più livelli.

È possibile, ad esempio, offrire un breve contenuto attraverso le Stories che inviti la propria community ad approfondirlo sul proprio canale su IGTV, oppure creare contenuti di lunga durata, che vengono arricchiti attraverso Stories che aggiungono elementi alla narrazione. Insomma, le opportunità a livello creativo sono davvero tante: sarà quindi ancora più importante capire quali possono davvero rendere più interessante l’esperienza delle persone.

* Systrom non ha escluso la possibilità che questo avvenga in futuro. Si può ipotizzare che verranno sperimentati formati simili ai pre e mid-roll, che possono coesistere con video di lunga durata (mentre sarebbero stati deleteri se associati a video della durata di pochi secondi).