Mercoledì Social #433
Benvenuti al nuovo mercoledì social. Iniziamo subito con il protagonista della settimana: Instagram e i suoi Question Stickers.
INSTAGRAM: QUESTION STICKER
Questa settimana le Instagram stories sono state invase dallo sticker “Fammi una domanda”.
Il popolare social media ha infatti ufficialmente introdotto una nuova funzione per le stories: il Question Sticker. E tutti lo stanno provando.
Si tratta di un nuovo adesivo interattivo, come quello dei sondaggi o il cursore d’apprezzamento, che permette ai nostri follower di porci una domanda attraverso la Storia che abbiamo condiviso.
Il nuovo strumento si trova tra le emoticon, all’interno della sezione che utilizziamo per editare i nostri scatti. Una volta selezionato, ci permette di invitare le persone a farci domande, oppure a nostra volta porne alle persone che seguiamo.
Le domande che riceveremo saranno poi visualizzate come risposte (private) alla nostra storia. Saremo poi noi a scegliere se rispondere in maniera pubblica, condividendo domanda e risposta – senza però che venga mostrata la foto e il profilo di chi quella domanda ce l’ha posta (un’informazione visibile nelle statistiche solo a chi ha ricevuto la domanda).
Non a tutti però è stato da subito chiarissimo il funzionamento del nuovo sticker?
FACEBOOK: HIGHLIGHTS PER LE STORIE
Storie ovunque, Storie sempre più coinvolgenti e amate. Ma le Storie hanno anche la caratteristica di essere un contenuto effimero e quindi per questo motivo, Instagram si è già attrezzato da mesi con la funzionalità che permette di archiviare le Storie e riproporle in delle raccolte visibili sul profilo.
Facebook probabilmente non sarà da meno, potrebbe infatti presto arrivare un nuovo strumento che dovrebbe chiamarsi “Facebook Highlights Stories“, sostanziandosi in foto e video tratti da Storie già scadute e riassemblati in raccolte tematiche stigmatizzate da immagini di copertina e relativi titoli.
Secondo Facebook, che ha ammesso la novità al portale TechCrunch, questo nuovo contenuto sarà mostrato sul profilo dell’utente, in una barra orizzontale dalla quale il creatore potrà visionare il numero di utenti che hanno visto ogni data raccolta, stabilendo – inoltre- se mostrare gli “Highlights” a tutti (come avviene per i personaggi pubblici), solo agli amici, o ad alcuni di essi.
TANTI AUGURI ALLE EMOJI ?
Nel mondo dei social network, ma più in generale nel mondo digital, ieri si è festeggiata una importante ricorrenza: la nascita delle emoji nel “lontano” 1999.
Ma perché precisamente 17 luglio? Perché è la famosa data che viene mostrata dall’icona corrispondente al calendario nelle Emoji (avete controllato ??).
Probabilmente non tutti sanno che le “simpatiche faccine” sono nate in Giappone grazie a Shigetaka Kurita, che all’epoca lavorava per il maggiore operatore nipponico, in un periodo in cui i gigabyte di certo non abbondavano come oggi giorno.
Quindi ogni bit era preziosissimo ed era indispensabile riuscire a “dire di più, con meno“.
Kurita lavorò infatti su una griglia di 12×12 pixel, ovvero 144 punti, che occupavano circa 18 byte di dati, il che significa che per contenere il set iniziale delle prime 176 emoji bastavano appena 3 kilobyte.
Ecco uno dei bozzetti originali di Kurita e la sua evoluzione, esposti al MoMA.
A dispetto del successo odierno, le emoji rimasero confinate in Giappone per quasi un decennio, nel quale spopolarono. Furono infatti incorporate nell’Unicode (un sistema di codifica internazionale, indipendente dalla lingua) solo nel 2010, ed in quello stesso anno 722 emoji furono rilasciate sia su iPhone che su Android, dando di fatto il via alla loro espansione d’oltremare, complice anche il successo degli smartphone stessi.
Oggi si possono contare ben 2.789 emoji nell’elenco ufficiale dell’Unicode.
Per questo mercoledì è tutto, alla prossima settimana.
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