THANK GOD WE ARE SOCIAL #405

Thank God We Are Social
federica.mordini
Buongiorno e buon sabato, se avete cliccato su questo link con un occhio ancora mezzo chiuso dal sonno, vi diamo il benvenuto sul TGWAS #405. Giusto una piccola parentesi per stiracchiarvi e agguantare la tazzina di caffè, poi preparatevi a fare scroll down e a leggere di web e libri.  

Se anche voi scorgete la fiera torre di libri impilati sul comodino – lì, in trepida attesa di essere quantomeno sfogliati – provate a dare un’occhiate a un articolo di Oliver Burkeman (tradotto da Internazionale). L’autore si interrogava sulle modalità per trovare tempo – di qualità, s’intende – per leggere, in una vita che procede a ritmi frenetici e in cui una sola agenda non basta.

L’articolo è del 2015, ma per definirlo con il linguaggio moderno, è OLD BUT GOLD, sempre-inesorabilmente-attuale. La morale di questo articolo è una: bisogna imparare a leggere e poi trovare il tempo per tutto il resto. 



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A quanto pare non c’entra niente il time management, è solo questione di volontà.

Sì, ma.

Il “ma” è rappresentato dalle 6 ore e 4 minuti che in Italia trascorriamo su internet, da qualsiasi dispositivo. Se incrociamo questo dato con il concetto di lettura canonico, cioè l’isolarsi e dedicarsi solo al proprio libro/ebook, il dubbio sorge spontaneo: le persone hanno smesso di leggere? La risposta, per fortuna, è no, semplicemente scelgono altri luoghi – il web – e altre modalità – ne leggerete tra poco.


Fonte: We Are Social e Hootsuite Digital Report 2019

Il mondo dell’editoria, i librai indipendenti, le grandi aziende e i lettori stessi hanno capito che per stare al passo con i tempi e continuare a far vivere questo settore, dovevano semplicemente adattarsi alle nuove modalità di lettura, ai nuovi device e anche a punti di contatto inusuali con i cari vecchi libri.

Perché alla fine, diciamocelo, che voi vantiate tra le vostre letture solo i Piccoli Brividi o siate riusciti a terminare l’Ulisse di Joyce, siamo tutti d’accordo sul fatto che è impossibile vivere in un mondo senza libri e storie, anche nell’era dei social.



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Lo aveva capito già nel 2015, la casa editrice brasiliana L&PM, che ha dato vita ad una campagna per convincere gli abitanti del Brasile ad oltrepassare la soglia dei due libri all’anno. L’idea era semplice e drittissima: stai aspettando la metro? Lascia lo smartphone lì dov’è e leggiti un tascabile, la corsa la offro io. Il biglietto? Il libro stesso.



L’evoluzione di questa sacra opera di convincimento è stata ideata nel 2017 da The Wild Detectives, un bookstore di Dallas, che ha capitalizzato e svelato il lato positivo di una delle piaghe del momento: il clickbait.

L’idea parte da una verità: le persone non hanno smesso di leggere, è solo che tra le tante fonti ci sono anche i post dai titoli apocalittici, che danno anticipazioni su vicende altrettanto improbabili. Come agire se non sfruttando la meccanica del clickbait per traghettare le persone su un grande classico della letteratura?


Fonte: https://www.upworthy.com/how-one-book-store-brilliantly-used-clickbait-to-get-people-reading-fiction

Ipotizziamo che, finalmente, si trovi il tempo per leggere, la domanda che sorge spontanea è: cosa? Non provate neanche a proporre di fare un giro in libreria per farsi ispirare. Cioè si può fare, ma ricordatevi che la quarta dimensione incombe sempre minacciosa e che spesso bisogna sbrigarsela online. Forse è proprio a questo insight che rispondono i bookstagrammer e i booktuber, oltre al dare sfogo alla loro immensa passione per la lettura, ovviamente.

Il “fenomeno” degli influencer dei libri sta crescendo. Se provate a cercare il termine su Google, i risultati giungono a 2.600.000. La loro passione si è trasformata in una sorta di missione che ha come obiettivo la diffusione a 360° di consigli, recensioni, eventi – dalle fiere di settore ai club di lettura – e tips sul vasto mondo dei libri, nel quale spesso è facile perdersi.

Loro sono un esempio virtuoso di come la rete e i social stiano di fatto amplificando l’awareness sulla lettura. Quindi consoliamoci, il futuro distopico costruito da Bradbury in Fahrenheit 451, fatto di roghi di libri, è ancora lontano.



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Riprendiamo il filo: si trova il tempo per leggere e si sceglie cosa, grazie al consiglio del bookstagrammer di fiducia. Lo step successivo è sì, l’acquisto, ma anche la user experience. Se l’avvento degli ebook reader aveva messo momentaneamente in crisi la carta, ora che il numero di touchpoint si è ampliato a social network, audiolibri e podcast, sembra che viga un clima di coesistenza pacifica (o forse no?).

È successo pochi mesi fa, ma l’idea della New York Public Library di riportare i grandi classici della letteratura mondiale sulle Instagram Stories ha fatto il giro del mondo nel tempo di un tap e dimostra come siano cambiate le abitudini di lettura, come sia fondamentale intercettare il proprio pubblico anche online e come lo si possa fare con uno stile delizioso.


Fonte: https://www.instagram.com/nypl/

Con ritmi di vita “ad alta frequenza”, il tragitto a piedi per andare al lavoro o la passeggiata al parco mattutina con il proprio cane, sono due momenti fondamentali che si possono dedicare alla lettura (e non a playlist di dubbio gusto). Capita anche a voi?

Audible e Storytel hanno riportato in vita i vecchi audiolibri in versione 2.0 per soddisfare il bisogno di leggere di chi non ha tempo o preferisce il suono della voce alla texture inconfondibile della carta (che, vorrei precisare, continua a riscuotere successo e non smette mai di esercitare il suo fascino ammaliante grazie all’arte delle copertine).


Fonte: https://www.instagram.com/explore/tags/bookbreakfast/

Un’esperienza immersiva di un altro tipo, insomma, che fa leva anche sulla voce di attori conosciuti per interpretare una novità o un classico.

Vogliamo parlare anche delle serie, dei documentari e dei podcast?

Avrei bisogno di altri 10 TGWAS, però è interessante anche notare come la fruizione più compatta e porzionabile abbia coinvolto non solo la TV, ma anche l’universo della lettura e che sia soggetta all’economia dell’abbonamento: piccoli prezzi, migliaia di materiali consultabili a disposizione.

E visto che si parla di user experience e del potere della voce, vi lasciamo con un esempio di come potrebbe evolversi il momento della storia della buonanotte grazie alla tecnologia voice.



Buon weekend e non smettete mai di leggere!