THANK GOD WE ARE SOCIAL #412

Thank God We Are Social
pietro.musso

I gusti si sa, evolvono, si susseguono e cambiano con una velocità vorticosa. Nell’ultimo periodo stiamo assistendo alla diffusione di una nuova estetica spontanea e autentica di foto e stories su Instagram che ne muta un po’ lo stile originario che lo aveva reso celebre.

Il concetto di “instagrammabile” sta cambiando, o meglio sta estendendo il suo raggio d’azione. Forse sarebbe azzardato ritenere conclusa l’era dei set colorati, dei filtri, dell’iper perfezionismo; si può asserire però che si sta virando verso la celebrazione dell’autenticità.

L'”imbruttimento” a cui si sta tendendo porta sempre più le persone e gli influencer in primis, a condividere foto senza ritocchi o situazioni che, nella loro spontaneità, esprimono disordine o imperfezione. Nel complesso, sta riscuotendo successo un modo meno artefatto di rappresentare la realtà, nella fattispecie quei momenti di vita che fanno sorridere per la loro naturalezza.

Un esempio?
Fedez ha di recente condiviso, durante la vacanza in Polinesia con la moglie Chiara Ferragni, uno sketch di vita familiare in cui si ostentano proprio i valori di spontaneità e naturalezza, senza sforzarsi di mantenere una sobrietà e uno stile studiati nei minimi dettagli.

Nonostante non si possa essere certi della spontaneità del contenuto, la tendenza dei maggiori influencer, sopratutto quelli appartenenti alla Generazione Z, è quella di “spogliarsi” di tutti quegli elementi artefatti (pareti colorate, graziosi scorci urbani, fotografie posate, set creati a tavolino) orientandosi verso modalità di narrazione più veritiere e consapevoli, in linea con il desiderio di proporre un’immagine di sé più realistica e tangibile.

Ci sono svariati YouTuber che hanno estremizzato i valori su cui si basava il precedente canone estetico di Instagram, trattando in maniera ironica la spasmodica ossessione per la perfezione e ridicolizzando le vite idilliache che appaiano sui social. Il trio di ragazzi di Meet The Vloggers ad esempio, si è divertito pubblicando un video in cui fingono di visitare New York.

https://www.youtube.com/watch?v=H1NtjkvadYI

Liraz Roxy ha invece indotto i suoi fan a credere che in realtà stava trascorrendo una settimana di lusso in un’isola polinesiana, dimostrando come, con alcuni abili Photoshop, una pianificazione elaborata e un’attenta posa, “puoi praticamente fingere tutto, dalle tue relazioni sociali fino al tuo pranzo… ed è così facile.”

https://youtu.be/MK403mXUnlg

Una rivoluzione estetica che sta investendo trasversalmente il mondo lifestyle, moda e soprattutto quello legato al cibo.

Proprio quest’ultimo sta vivendo una decisa transizione dal Food Porn al Ugly Food: dalla ricerca dell’impiattamento perfetto, dai piatti gourmet all’esibizione di piatti brutti, a volte perfino ripugnanti per l’occhio ma non per il gusto. Più che limitarsi a postare cibo brutto su Instagram, insomma, la sfida è riscoprire il gusto di sperimentare anche gli accoppiamenti più azzardati e impensabili e ridare senso alla creatività in cucina.

Chi dà risalto a cibo frugale e classici salvacena è l’account @zerosbattiincucina in cui a essere protagonisti sono insalate in busta, surgelati, tonno in scatola e altre soluzioni che non implicano un grande sforzo preparatorio.

Leggermente diverso è il caso di @schiscettebrutte che raccoglie i peggiori pranzi che si possano portare da casa a lavoro o a scuola: pasta scotta e un po’ scondita, affettati ancora nelle confezioni, abbinamenti a tratti azzardati. Tutto trattato in chiave ironica.

Segnaliamo infine l’account @uglyfruitandveg che posta immagini di frutta e verdura che, a causa della loro forma antropomorfa o bitorzoluta, vengono scartati dalla GDO e dai principali supermercati.

In generale, nel mondo della comunicazione sui social e del marketing pubblicitario, si sta migrando verso un concetto di estetica del normale.
Immagini ritoccate ai limiti dell’inverosimile stanno lasciando spazio ad altre meno impostate, magari senza sorrisi né illuminazioni artificiali, e più naturali. Quindi sì al disordine, ai look a caso, ambientazioni random e ed espressioni enigmatiche. Sì anche alle piccole imperfezioni fisiche delle modelle, come nel caso di H&M che ha lanciato una campagna sulla nuova linea di costumi per l’estate 2019.

Risultato? Più di 850 mila like all’8 maggio 2019, a soli tre giorni dalla condivisione.

Questa nuovo paradigma estetico diffusosi su Instagram porta con sé nuove e interessanti implicazioni: le didascalie delle foto sono diventate molto più lunghe, gli hashtag vengono usati con più parsimonia, l’utilizzo della piattaforma è più variegato, fluido e disordinato, i colori dominanti sono smorti e realistici, tra i filtri per la faccia funzionano sempre meglio quelli che imbruttiscono, deformano o rendono simili a mostri. Diverse influencer – Reese BlutsteinJoana CeddiaEmma Chamberlain – stanno già adottando questa cifra stilistica.

La sfida per i brand sarà capire come inserirsi in questo scenario e come accostare ai nuovi canoni estetici messaggi rilevanti e significativi per il proprio target. Non resta che esplorare e sperimentare!