IN LOCKDOWN: THE SHOW MUST GO ON

Analisi
biagio.bleve

Nelle ultime settimane tutto quanto è intorno a noi sta cambiando in maniera rilevante e il mondo della comunicazione si deve attrezzare per capire al meglio e in quasi- tempo reale come navigare questo nuovo panorama. Per la nostra serie In Lockdown, i team di Research & Insight di tutte le sedi dell’agenzia ci forniranno degli approfondimenti su diversi settori e trend, condividendone le principali evidenze. Nell’articolo che segue, analizzeremo in particolare come lo scenario attuale sta impattando l’industry dell’intrattenimento.

Solamente un anno fa Captain Marvel diventava il primo film del 2019 a superare la barriera del miliardo di dollari di incassi al botteghino, mentre solo un paio di mesi più tardi Avengers: Endgame si apprestava a battere il record di incassi di tutti i tempi ($2,8Mld). Circa 135 mila persone si preparavano ad assistere alle performance di Tame Impala e Ariana Grande al Coachella. Fortnite annunciava il raggiungimento della soglia dei 250 milioni di giocatori, con $1,8Mld di fatturato generati.

Il 2020 finora è tutta un’altra musica, con la diffusione del coronavirus su scala mondiale a sparigliare le carte in tavola. Nelle ultime settimane si sono susseguite, a livello nazionale prima e internazionale poi, una serie di cancellazioni e rinvii di eventi e release nel mondo dell’entertainment: Ghali, Mahmood e Liberato hanno dovuto rimandare i propri concerti in Italia così come successo in seguito anche ai tour di BTS, Taylor Swift e Billie Eilish. Festival quali Eurovision Song Contest, South by Southwest (SXSW) e Glastonbury sono stati addirittura cancellati, mentre il Primavera Sound è stato rimandato ad agosto e il Coachella andrà in scena eccezionalmente il prossimo ottobre. Umbria Jazz Festival, Firenze Rocks e i-Days (in programma tra giugno e luglio) sono appesi a un filo e presto sarà presa una decisione al riguardo. Grandi studi cinematografici quali Paramount, Universal e Disney hanno chiuso i propri studios e parchi a tema, e rinviato le date di uscita dei propri film in seguito alla chiusura dei cinema in tutto il mondo, con molti titoli che non hanno tuttora una nuova data di uscita. Anche molte produzioni si sono dovute fermare di conseguenza, tra cui quelle delle serie originali Netflix.

In questo stato di isolamento dal mondo e di quarantena forzata, il bisogno e la necessità di intrattenersi da parte del pubblico rimane, e anzi, si fa sempre più stringente. In questa situazione inedita e senza precedenti (perlomeno in epoca contemporanea) le persone sono alla costante ricerca di attività online per poter impiegare il proprio tempo e di nuove modalità di connessione e interazione con i propri amici, come il gaming online o lo streaming di serie tv, film e concerti.

Tutti questi rinvii, cancellazioni, limitazioni e incertezze dovute al coronavirus stanno ridefinendo e riscrivendo il modo in cui gli utenti fruiscono i contenuti di intrattenimento e anche il modo in cui se ne parla.

Fonte: Crimson Hexagon (mercati UK, Francia, Italia, Spagna e Germania)

Non dovrebbe dunque sorprenderci il fatto che le persone stiano parlando più del solito dei propri show preferiti in streaming (+35% vs Q1 2019) o dei videogiochi che amano e che stiano giocando sempre più assiduamente (+28% vs Q1 2019), così come le videochiamate con i propri familiari e amici e le foto o stories in cui si condividono le ultime creazioni culinarie con i propri follower stiano ormai diventando sempre più un argomento di discussione giornaliero.

L’intrattenimento come evasione dalla realtà

Nelle ultime settimane ognuno di noi ha potuto sperimentare e vivere sulla propria pelle un senso di “sovraccarico” di notizie sul Covid-19. Fin dalle prime fasi del lockdown infatti la gente ha iniziato a chiedere a gran voce maggiori contenuti di carattere ludico o di intrattenimento in alternativa ai numerosi notiziari, talk di approfondimento, programmi di infotainment, per poter affrontare con più serenità e leggerezza le lunghe giornate passate nelle proprie case in quarantena.


Fonte: Crimson Hexagon; keyword di ricerca legata al senso di overload in relazione a contenuti news sul coronavirus

Gli utenti cercano sempre di più di trovare soluzioni creative per poter evadere da questa situazione di “reclusione forzata”. Non si possono vedere di persona i propri amici, ma ciò non vuol dire che non si possono condividere con loro questi momenti di intrattenimento, come conferma la crescente popolarità delle app che offrono la possibilità di effettuare uno “streaming party” (+261% conversazioni vs Q1 2019).

Fonte: Google Trends (Italia, ultimi 90 giorni)

I videogame sono un altro modo per scappare dalla realtà, alla ricerca del proprio angolo di pace. L’interesse di titoli come Fortnite, Minecraft, Pokémon e Animal Crossing, segna un aumento sostanziale nel corso del mese di marzo, in concomitanza con il lockdown imposto dal governo.

Fonte: Google Trends (Italia, ultimi 90 giorni)

Ma i videogiochi hanno anche contribuito a dare sostanza a momenti di amarcord. Gli utenti si sono infatti rituffati a capofitto su grandi titoli del passato come The Sims o Grand Theft Auto (e addirittura Second Life), o i giochi con cui sono cresciuti o hanno speso la propria adolescenza (6,8K mention per i due titoli negli ultimi 40 giorni in Italia – fonte: Sysomos). Inoltre Call of Duty ha recentemente annunciato di aver infranto il proprio record precedente con più di 30 milioni di giocatori in soli dieci giorni.

Fonte: Google Trends (Italia, ultimi 90 giorni)

In seguito alle cancellazioni e rinvii di numerosi concerti e spettacoli, musicisti e cantanti di tutto il mondo (e anche in Italia) hanno voluto mostrare il proprio sostegno e la propria solidarietà nei confronti dei fan che stanno attraversando questo delicato e faticoso momento di quarantena tra le propria mura domestiche, offrendo loro dei mini concerti live in diretta dai propri social, come Levante, Laura Pausini e Tiziano Ferro e tanti altri o sperimentando nuove forme di “collaborazione” con i propri fan, come Ghali e lo stesso Tiziano Ferro, che si lanciano in simil-karaoke con o richiesti dai propri fan. Altri artisti si sono invece dati alla cucina, come MIKA, che ha lanciato il format #cookingwithmika in diretta dal proprio canale Instagram.

A questi si aggiungono diversi artisti che hanno aderito all’iniziativa #iosuonodacasa (l’iniziativa dei cantanti italiani per regalare ai fan in quarantena dei live “anti-contagio”), come ad esempio Gianna Nannini o Nek, o altri che hanno addirittura composto una canzone in diretta su Instagram, come Tommaso Paradiso con Calcutta prima, e con Elisa poi. Da segnalare infine anche i dj-set live giornalieri di Jo Squillo (“Jo in the House”) e l’appuntamento del sabato sera “Jo Squillo Live Show”, che stanno riscuotendo un grande successo nella community italiana di Instagram e hanno iniziato ad attirare anche l’attenzione di brand come Liu Jo.

Diversi gli eventi organizzati anche a livello internazionale per sopperire a tutta la serie di cancellazioni dovute alla pandemia, come il “One World: Together At Home” organizzato da Lady GaGa in collaborazione con Global Citizen e l’OMS o la partnership di Amazon Prime Video con il SXSW.

Anche gli show TV offrono esperienze più intime

Anche i canali TV si trovano a rispondere e doversi adattare a questa nuova esigenza del pubblico, che cerca un tipo di contenuto e di esperienza più intima. Alcune produzioni tv, come il late-show all’italiana di Alessandro Cattelan (seguendo uno degli esempi americani del genere a cui si ispira, come il The Tonight Show di Jimmy Fallon) EPCC (ribattezzato per l’occasione #EPCCAlive) hanno fatto di necessità virtù e si sono spostate direttamente nelle abitazioni dei conduttori, per poter continuare a lavorare e andare in onda, seppur con una produzione limitata. Uno dei principali motivi del successo di questi programmi in salsa “homemade” è anche quello di offrire al pubblico un assaggio di quella che è l’intimità dei presentatori e delle loro case.

Sempre dall’America arriva la notizia del lancio di una serie su Snapchat con protagonista Will Smith, “Will from Home”: si tratterà di uno show dal garage di casa dell’attore, composto da 12 episodi con in collegamento ospiti speciali e trasmessi in streaming lunedì, mercoledì e venerdì. In Italia un formato simile è stato adottato da Maccio Capatonda sul proprio canale YouTube con la serie “TG Casa 40ena”, mentre in TV potrebbe sbarcare grazie a Renzo Arbore, che sarebbe in trattative con la RAI per un programma di intrattenimento e di improvvisazione in diretta da casa sua.

Tornando invece in Italia, da segnalare anche il caso di Sky TG24, che ha realizzato e mandato in onda il primo TG interamente condotto e coordinato da casa.

Altri programmi di intrattenimento invece hanno optato per una soluzione diversa: dalla nuova versione della Domenica In di Mara Venier (con la conduttrice in studio e gli ospiti rigorosamente in collegamento dalle proprie abitazioni con i quali lei si interfaccia grazie all’uso di un tablet), all’ibrido di Che Tempo Che Fa (con Fazio in studio e la Littizzetto in onda da casa). Il principale motivo di queste scelte è spesso quello di continuare a fornire al pubblico un piccolo spazio di intrattenimento ed essere per loro una sorta di “rassicurazione”, andando avanti con una programmazione quasi-normale (sempre nel rispetto delle stringenti norme sanitarie del “social distancing”).

L’effetto nostalgia guida le scelte del pubblico

Come già visto nel caso dei videogiochi, gli utenti stanno spesso ricorrendo anche a show e programmi TV e film per rispondere al proprio desiderio di “consumo nostalgico”. In questo panorama si inserisce perfettamente il lancio di Disney+ in diversi paesi europei (tra cui l’Italia). La piattaforma ha raccolto circa 30K mention negli ultimi 40 giorni in Italia (fonte: Talkwalker), raggiungendo i 140K follower su Instagram in circa 50 giorni di attività del profilo.

Già da un primo sguardo al catalogo offerto dalla nuova piattaforma, si intuisce come molti degli abbonati siano stati attratti e motivati dai titoli di show e film che hanno segnato la propria infanzia e adolescenza, come dimostrano anche i primi dati sui consumi italiani della piattaforma. Non mancano poi alcune novità e contenuti esclusivi, che hanno dato sicuramente un ulteriore boost alla piattaforma (su tutti The Mandalorian).

Per spingere su questo pervasivo sentimento di nostalgia e in occasione con il lancio della piattaforma in Italia (ma anche in Spagna), Disney+ ha chiesto ai suoi fan di condividere tramite Instagram Stories i primi show e le loro prime volte legate alla neonata piattaforma.

Sempre a proposito di nostalgia, la maratona della saga di Harry Potter su Italia1 (in onda ogni lunedì e martedì per 4 settimane consecutive), richiesta a gran voce dai fan del maghetto all’inizio della pandemia, ha avuto un grande successo di pubblico totalizzando ben 683 K mention online nell’ultimo mese, entrando nei trending topic di Twitter in Italia per diverse volte e generando una serie quasi infinita di meme.

Fonte: Google Trends (Italia, ultimi 90 giorni)
Fonte: Talkwalker Now & Search (mercato Italia, ultimi 30 giorni)

Inoltre anche i principali player dell’industria del gaming hanno intravisto il potenziale dell’effetto-nostalgia sulle proprie community di riferimento in questo periodo a dir poco peculiare, offrendo delle riedizioni di titoli storici in seguito all’aumento di interesse e di conversazioni online legate a questi videogiochi, come accaduto per The Sims o FIFA. Alcuni brand hanno inoltre lanciato dei contest e delle partnership – come Activision con la Organizzazione Mondiale della Sanità con lo slogan #playaparttogether o EA Sports con l’hashtag #stayandplay, per promuovere l’importanza del messaggio “stay at home” alla propria community, dimostrando come anche i brand possono assumere un ruolo cruciale nel tenere le persone al sicuro durante questo stato di emergenza sanitaria mondiale.

Riscrivere le regole del gioco in tempo reale

Non solo gli “streaming party”, ma anche il lancio di nuovi titoli come Animal Crossing stanno aiutando i gamer e gli appassionati di videogiochi a coltivare e tener vivo il proprio network, e anzi a rafforzare e consolidare amicizie e rapporti umani mentre si ritrovano ad affrontare la quarantena.

Per venire incontro agli utenti che vivono una situazione caratterizzata da alti livelli di stress e di ansia, le società che operano dell’industria dell’entertainment stanno dunque cercando di fare del proprio meglio per mostrarsi quanto più flessibili e adattare velocemente la propria offerta a questo nuovo panorama di social distancing.

Pokémon Go (Niantic), uno degli emblemi per eccellenza dei giochi on-the-go, si è dovuto riadattare velocemente in seguito alla crisi sanitaria mondiale, impegnandosi a non abbandonare e anzi a motivare maggiormente la propria community nel continuare a giocare, adottando dei piccoli accorgimenti che favoriscono il gioco “da casa” e implementando alcune funzionalità e agevolazioni che permettono di giocare pur non lasciando la propria abitazione.

Alcuni Studios “per alleviare l’ansia da coronavirus” hanno invece anticipato la release online di alcune delle loro ultime uscite cinematografiche, come accaduto nel caso di alcuni film della NBCUniversal, Birds of Prey (Warner Bros.) o Onward (Disney Pixar, non ancora uscito al cinema in Italia).

Nuovi paradigmi di “normalità”

La diffusione della pandemia ci ha dimostrato che siamo comunque in grado di stare vicini alle persone che amiamo e condividere con loro delle esperienze attraverso le diverse opzioni e modalità di videoconferenza offerte dalle più disparate applicazioni: possiamo guardare un film o una serie insieme, giocare, preparare insieme una ricetta…

Il ricorso alla nostalgia come terra franca dove sentirsi in qualche modo rassicurati dal già noto, esperito e goduto, facendo un tuffo nel passato della propria infanzia/adolescenza grazie ai propri film o i videogiochi preferiti, è sicuramente un altro dei tratti caratteristici di questo momento storico. Allo stesso tempo, però, il pubblico è sempre alla ricerca di modalità di intrattenimento creative e innovative, e ora più che mai ha tempo, modo e voglia di sperimentare e fornire i propri feedback su nuovi prodotti/servizi.

L’impennata di views ed engagement delle dirette in live streaming sui canali Instagram e YouTube dei vari influencer e celebrities suggerisce che il virus sta contribuendo ad abbassare (e in alcuni casi abbattere) le barriere tra le celebrità e le proprie community, e questo sembra essere un trend destinato a durare nel tempo. Nel caso dei musicisti/cantanti questo potrebbe trasformarsi in una nuova fonte di guadagno, diventando una nuova carta da giocarsi con i brand nel momento in cui organizzano delle dirette dai propri canali con dei “concerti” più o meno improvvisati. I brand infatti potrebbero sponsorizzare questi live per trarne beneficio e generare awareness tra le community degli artisti, allargando la propria audience di riferimento, mentre piattaforme come Amazon e Google (proprietarie di Twitch e YouTube) potrebbero approfittarne in ottica di miglioramento della brand affinity.

Anche il nuovo modo di “fare televisione”, dalla produzione (molto spesso ridotta all’essenziale) alla messa in onda (senza pubblico o addirittura “da casa”), si potrebbe tradurre in un nuovo modo, low-cost e più intimo, di pensare e realizzare i programmi TV in diretta. I gamers continueranno a giocare online per distrarsi e divertirsi, ma lo faranno anche e sempre di più per trovare nuovi amici e costruirsi dei network per affinità, anche grazie all’effetto-nostalgia – un comportamento che abbiamo visto riguardare la generazione Z in primis, ma anche i millennials e le generazioni precedenti. Infine anche la release di nuove piattaforme e prodotti (come Disney+, ma anche Quibi) sembrano suggerire che il ricorso alla nostalgia giocherà un ruolo chiave nell’aiutarci a superare questa pandemia.

La paura di una ricaduta e la minaccia di numeri pesantemente al ribasso nelle sale cinematografiche (tenendo in considerazione che, almeno nei primi mesi, delle precauzioni sanitarie continueranno ad essere intraprese) potrebbero indurre le major del cinema a rilasciare i propri film direttamente sulle piattaforme proprietarie online in streaming, dando sempre più spazio a questa nuova modalità di “uscita nelle sale”.

Abbiamo solo intravisto l’inizio di quello che potrebbe essere il mondo post-coronavirus dopo che il governo cinese ha posto fine alla fase di isolamento. Alcuni cinema hanno riaperto (507 sale, meno del 5% di tutti i cinema che operavano nel pre-coronavirus), ma c’è ancora molta paura nel pubblico. Secondo i dati di Caixin, i biglietti venduti hanno portato un ricavo al botteghino di meno di 2000 dollari, con alcuni cinema che non sono riusciti a vendere nemmeno un biglietto. Solo pochi giorni dopo il governo cinese ha deciso di chiudere di nuovo tutti i cinema, in seguito a nuovi casi di coronavirus dovuti ad alcuni viaggiatori internazionali trovati positivi al virus.

È ormai chiaro che abbiamo davanti ancora diversi mesi di lockdown (più o meno stringente), ma lo scenario a medio-lungo termine è ancora più che incerto. Le aziende più intelligenti e avvedute che operano nel campo dell’intrattenimento non se ne staranno con le mani in mano ad aspettare un ritorno alla “normalità”, ma saranno quelle che si adatteranno in fretta e saranno in grado di proporre nuovi paradigmi di normalità per quello che sarà il panorama dell’industry del futuro, promuovendo e incoraggiando nuove modalità di intrattenimento e costruendosi un vantaggio sui propri competitor.