Think Forward 2021: The Social Reset

Special reports
bruno.tecci

Dopo un anno spartiacque come il 2020, in quali direzioni si muoveranno i comportamenti delle persone in ambito social-digital? Ecco sei trend per iniziare a farsi un’idea dell’anno che verrà.

We Are Social lancia oggi, a livello globale, il report Think Forward 2021 che esplora i trend che orienteranno la comunicazione nei prossimi 12 mesi.

L’anno scorso a quest’ora stavamo lanciando la versione 2020 della ricerca, esattamente tre mesi prima che tutto, non solo i nostri trend di allora, ma ogni aspetto della vita delle persone, venisse messo profondamente in discussione; anzi, in crisi. Alcune nostre considerazioni fatte a quel tempo sono state poi ridimensionate dagli eventi, mentre altri fenomeni di cui avevamo intuito la nascita sono letteralmente esplosi.
Comunque, in generale, oggi appare evidente a tutti quanto centrale sia stato il ruolo dei canali social e digital nella nostre vite, nei lunghi e insondabili mesi che abbiamo vissuto. 

Le relazioni di ognuno di noi, con questi canali, sono passate attraverso una trasformazione significativa – in ogni fascia della popolazione, in ogni area del Paese – consolidandosi come “necessarie”; al tempo stesso più consapevoli, e forse per questo pure più positive.

Ma veniamo ai sei nuovi trend per il prossimo anno. Purtroppo si continua a navigare in acque tutt’altro che tranquille, ma almeno – grazie al lavoro del Social Spotting Network di We Are Social, un team di talenti sparso in tutti gli uffici del network, che ha raccolto, studiato e messo in relazione moltissimi insight sulla cultura digitale globale – abbiamo tracciato delle rotte meno imprevedibili.

Il primo lo abbiamo denominato: The Simple Life.
Le persone stanno rivalutando ciò che per loro è importante. Prestano maggiore attenzione ai piaceri semplici della vita, facendo anche in modo che i canali social “si pieghino” in tal direzione, ottenendo da essi un aiuto per  goderseli.

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Il secondo è: Practical Advocacy.
In un contesto di vincoli e limitazioni “fisiche”, “l’attivismo da poltrona” ha vissuto un’evoluzione concreta, sostenuta da community globali che hanno capito che il potere che esercitano online può tradursi in un cambiamento tangibile offline.

Su Instagram è sempre più frequente informarsi su temi sociali e prender parte a movimenti. 

Poi abbiamo: In-Feed Intimacy.
L’idea che schermi e social media abbiano un impatto negativo sulle nostre relazioni offline sta svanendo e le persone iniziano a superare l’inerzia e la freddezza ultimamente associate a questi strumenti, facendone un utilizzo più “umano”.

Anche Facebook ha aggiunto l’emoji “care”, per facilitare interazioni più “intime”.

Il quarto trend prende il nome di Reliable Idols.
Le persone prestano maggiore attenzione ai profili che seguono sui social, e al perché. Sono sempre più consapevoli ed esigenti rispetto alla pertinenza e alla qualità dei contenuti che essi veicolano e, di conseguenza, al valore aggiunto che questi apportano al proprio feed.
In tantissimi settori, di nicchia e no, l’impegno è tanto per combattere la potenziale influenza negativa e la disinformazione.

Il penultimo è: Unbound Platforms.
Le nuove esigenze di contenuto nel 2020 hanno portato le persone a evolvere il modo in cui interagiscono con le piattaforme social: “vecchi” strumenti sono stati utilizzati per nuovi scopi, e si è ampliato così il loro ruolo nella vita quotidiana delle persone.

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Chiudiamo col sesto e ultimo trend: Open-Source Creativity. 

Tra duetti, audio e coreografie, le principali piattaforme social sono sempre più un luogo in cui le persone possono co-creare contenuti e non solo interagire con essi.

Su Zoom sono nati dei veri e propri album musicali in collaborazione tra star e fan.

Ora è più chiaro perché abbiamo intitolato il report di quest’anno: The Social Reset. C’è qualcosa di irreversibile in questi cambiamenti.
Il mondo, le persone, e di conseguenza i social media e il loro ruolo nella vita di ognuno, non saranno più quelli di prima. E i brand ne devono essere consapevoli per non rimanere ancorati a schemi troppo velocemente travolti dagli eventi.
C’erano i “live” che erano un’opzione poco utilizzata, oggi sono la quotidianità. Certe piattaforme erano considerate frivole, adesso sono la via principale per riuscire a colmare divisioni sociali. Le parole più in voga erano “fake” e “detox”, oggi sono “concreteness” e “empathy”.

Il tutto in pochi mesi.

Il terreno è adesso quanto mai sgombro, pulito, adatto per esser “ri-costruito” anche dalle aziende, dai brand, dai creator.

Qui, a disposizione di tutti, il report completo. Che comunque racconteremo e approfondiremo a voce il 18/11, in un webinar ad hoc al quale siete tutti invitati. Qui per iscriversi all’evento.

Nei prossimi mesi poi, come di consueto, terremo monitorato l’andamento dei singoli trend fornendo di volta in volta approfondimenti e attualizzazioni verticali… Quindi… Rimanete sintonizzati.