La censura social a Donald Trump e le altre notizie della settimana – #MERCOLEDìSOCIAL

Mercoledì Social

Ben ritrovati con il primo #mercoledìsocial del 2021. Oggi vi parleremo della censura dei social verso Donald Trump, dell’acquisizione di Breaker da parte di Twitter, del recente aggiornamento della privacy da parte di Whatsapp, di Tik-Tok, che non smette di far parlare di sé, e delle novità da Facebook e LinkedIn.

Donald Trump è stato censurato dai social media

Non è la prima volta che le piattaforme social si trovano a moderare alcuni contenuti di Donald Trump. L’assalto al Congresso lo scorso 6 gennaio da parte di alcuni suoi sostenitori, però, ha scatenato una reazione molto più netta.

A sospendere temporaneamente gli account di Trump, in modi diversi, sono stati Twitch, Facebook, Instagram, e Snapchat.

Twitter, invece, ha dichiarato di voler sospendere l’account in modo permanente.

Donald Trump account suspended censura social
Fonte: Twitter

Altre piattaforme, invece, hanno bloccato i contenuti di supporto alla campagna di Trump, alle iniziative #StormTheCapitol e #StopTheSteal, e a QAnon come hashtag, thread, shop o raccolte fondi. Parliamo in questo caso di Twitter, Facebook, Instagram, Reddit, Shopify, YouTube, TikTok, Discord, Pinterest, Stripe e OKTA.

I gruppi di sostegno si sono in un primo momento spostati verso altre piattaforme: app store ha infatti registrato un incremento di download su alcune app, subito dopo il ban dalle altre piattaforme.

censura social trump app
Fonte: TechCrunch

Parler, in particolare, ha raccolto la prima ondata (tra i nuovi iscritti, spiccava anche il nome di Matteo Salvini) ed è stata quasi immediatamente oggetto di censura da Apple, Google, Amazon AWS e Twilio.

La piattaforma, definita “il social dei trumpiani”, ha ovviamente già lamentato questa decisione.

Parler trump censura social
Fonte: BBC

Sono stati colpiti da questa ondata anche i gruppi e i profili che inneggiavano alla rivolta o ad atti violenti: AirBnb ha promesso di intraprendere azioni legali verso chi ospiti persone identificate come coinvolte nelle attività del 6 Gennaio, e Twitter ha dichiarato di aver sospeso più di 70,000 account dopo l’attacco a Capitol City, cosa che è stata subito notata da alcuni utenti, che ne hanno visto gli effetti nel conto dei loro follower.

Quest’ondata è stata definita “deplatforming“, e ha generato non poche polemiche. Ciò su cui si dibatte al momento, è se tocchi alle piattaforme o al legislatore moderare queste voci, tanto in America quanto in Europa, dove gli esponenti di alcuni governi, pur condannando gli eventi del 6 Gennaio, si sono detti preoccupati dall’ondata di censura. Una materia tanto urgente quanto complessa.

A supporto della decisione delle piattaforme, si può dire che le policy in vigore già vietavano la tipologia di conversazioni presenti sugli account censurati (discorsi d’odio o razzisti), cosa che rende semmai tardive le sanzioni intraprese in questi giorni. Oltre a questo, è proprio la legge, più in generale, a garantire l’indipendenza delle piattaforme nella scelta di cosa pubblicare e a vietare organizzazioni che abbiano come scopo il sovvertimento dell’ordine pubblico o della democrazia.

L’urgenza di azioni concrete è confermata anche dalle recenti azioni di Facebook, che ha recentemente costituito l’’Oversight Board, Corte Suprema di Facebook. Si tratta di una commissione di sorveglianza esterna, che valuterà i contenuti presenti in piattaforma. Tra i membri della commissione un ex primo ministro (la danese Helle Thorning-Schmidt), un premio Nobel per la pace (Tawakkul Karman) e l’editor del The Guardian, che ha supervisionato la pubblicazione dei leak di Snowden (Alan Rusbridger). I membri avranno il compito di prendere decisioni definitive e vincolanti su quali contenuti potranno essere consentiti o rimossi da Facebook e Instagram, ispirandosi alle leggi in materia di tutela della libertà di espressione e dei diritti umani.

Il nostro obiettivo si è concentrato sulla creazione di un’istituzione che non riguardasse solo la reazione a un singolo movimento o l’inseguimento di uno specifico ciclo di notizie, ma la protezione dei diritti umani e della libertà di espressione a lungo termine”.

Thomas Hughes, direttore amministrativo

Fonti: TechCrunch, Axios, SocialMediaToday, TechCrunch, SocialMediaToday

Twitter con Breaker si lancia nei podcast e potenzia Spaces

Dopo la recente acquisizione di Squad, l’universo di Twitter si amplia con l’acquisizione di Breaker, che verrà ritirata da iOS e Android il 15 gennaio, cessando la propria attività per iniziare a concentrarsi solo sull’integrazione con Twitter e ampliarne le funzionalità.

Breaker APP twitter
Fonte: SocialMediaToday

Breaker, piattaforma attiva da quattro anni, permette di gestire, cercare, scoprire nuovi podcast. Oltre a questo, permette di seguire altri profili, mettere like, commentare e condividere i podcast. Questo consentirà di rafforzare il progetto Twitter Spaces, in test da dicembre, grazie al quale agli utenti possono chattare in tempo reale tramite audio.

Twitter Acquires Podcast Listening App Breaker to Expand its Audio Focus<br />
Fonte: SocialMediaToday

La co-fondatrice di Breaker Leah Culver ha twittato di essere «Entusiasta di contribuire a creare il futuro delle conversazioni audio» costruendo Twitter Spaces. 

Anche il CEO di Breaker si è dichiarato soddisfatto:

Siamo entusiasti di annunciare che il team di Breaker si unirà a Twitter! Siamo da tempo utenti entusiasti di Twitter e ora non vediamo l’ora di contribuire a creare nuove esperienze per la comunità di Twitter.Qui a Breaker, siamo veramente appassionati di comunicazione audio e siamo ispirati dai modi in cui Twitter sta facilitando le conversazioni pubbliche per le persone in tutto il mondo. Siamo colpiti dallo spirito imprenditoriale di Twitter ed entusiasti delle nuove esperienze che il team sta creando.

 Erik Berlin, CEO di Breaker

Fonte: SocialMediaToday

WhatsApp e l’avviso sulla nuova privacy

In questi giorni WhatsApp sta chiedendo ai propri utenti di accettare i nuovi termini di servizio e le norme sulla privacy. Si tratta di una modifica unilaterale: la non accettazione precluderà l’utilizzo della piattaforma a partire dal prossimo 8 febbraio.

L’aggiornamento ha suscitato alcune perplessità e polemiche relativamente al data sharing con le altre aziende di Facebook. L’azienda, però, è intervenuta prontamente per rassicurare gli utenti riguardo ai cambiamenti che riguarderanno solo gli account business.

L’obiettivo del nuovo aggiornamento è consentire agli account business una più agevole gestione delle conversazioni tra le due piattaforme, Facebook e Whatsapp.

Non vi è il rischio che  l’aggiornamento sia finalizzato ad aumentare della quantità dei dati personali forniti dall’app di messaggistica a Facebook, per migliorare le performance dell’advertising. Questo non potrà infatti accadere in Europa e nel Regno Unito, dove è in vigore un apposito regolamento sulla protezione dei dati personali.

Nuove regole ma nulla di nuovo, insomma, in Europa, dove è in vigore il GDPR, il regolamento comunitario sulla protezione dei dati personali. Non ci sarà dunque alcuna modifica alla modalità di condivisione dei dati WhatsApp con Facebook.

Fonte: SocialMediaToday

Tik-Tok: nuovi problemi sul fronte legislativo e nuove feature in arrivo

Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un procedimento su TikTok, contestando alla piattaforma una carente attenzione alla tutela dei più giovani e delle regole facilmente aggirabili, rispetto alla presenza dei minori sulla piattaforma.

La piattaforma viene accusata non aver messo in campo sufficienti strumenti di protezione verso i dati personali dei minori. Il garante segnala, ad esempio, che il limite di età di 13 anni imposto per l’iscrizione alla piattaforma, è facilmente aggirabile inserendo una data falsa. Il limite, inoltre, è in contrasto con la normativa italiana, che prevede per l’iscrizione ai social network il consenso dei genitori per i minori di 14 anni.

Allo stesso modo, si contesta un’informativa molto generica: si richiede invece che parli di più ai giovani e che possa da loro essere meglio compresa. Gli elementi critici sono molteplici: il tempo di conservazione dei dati, non chiaramente definita, la politica del loro trasferimento a paesi extra UE, e il loro anonimato. In ultimo, si sottolinea il tema delle impostazioni predefinite: i nuovi profili vengono impostati come pubblici, ma la normativa impone modalità che forniscano agli utenti strumenti per scegliere se rendere o meno disponibili i dati personali.

Da parte sua, TikTok ha annunciato che prenderà provvedimenti immediati già a partire da oggi, su più fronti.

Se sul fronte legislativo TikTok incontra ancora qualche difficoltà, continua l’implementazione di nuove feature, con il recente lancio del primo effetto AR che sfrutta il LiDAR di iPhone 12 Pro.

Grazie al sensore LiDAR è possibile mostrare su schermo oggetti in grafica 3D con posizionamento e illuminazione molto più precisi e realistici. Gli oggetti 3D creati che si muovono fondendosi con oggetti e ambiente circostante l’utente. 

Fonte: SocialMediaToday, SocialMediaToday

Linkedin aggiunge le funzione swipe up alle stories

Dopo il test nel mese di Settembre, LinkedIn lancia ufficialmente lo swipe up nelle storie.

La nuova funzione, già presente in altre piattaforme tra cui Instagram, consente all’utente che crea la storia, tra le diverse opzioni, di aggiungervi un link.

Chi invece fruisce il contenuto tramite swipe up potrà accedere al link ed essere indirizzato ad una pagina di atterraggio.

Al momento la feature prevede che il link possa reindirizzare solo ad un’altra pagina all’interno LinkedIn. Gli utenti che potranno inserire lo swipe up nelle loro stories, invece, dovranno avere almeno 5.000 connessioni o follower ed avere come prima opzione del profile la funzione “follow” invece di “connetti”. Lo swipe up sarà invece attivo per tutti i profili delle aziende presenti nella piattaforma.

Fonte: Socialmediatoday

Fonte: Socialmediatoday

Il nuovo layout Facebook per le pagine

Facebook lancia un nuovo Layout per le pagine di creators e figure pubbliche, che aggiunge nuove funzionalità di gestione e maggiori insight rispetto all’engagement. L’aggiornamento segna forse la fine di era e vede in fatti sparire il tasto “like”, che rischiava di travisare la vera popolarità della pagina, a favore dell’opzione “follow”. Questa funzione consente di seguire gli aggiornamenti di una pagina senza esplicitarne necessariamente il consenso o l’apprezzamento, come avveniva in precedenza. Molti utenti di Facebook, infatti, mettevano “Mi piace” su una pagina, ma in seguito rimuovevano gli aggiornamenti dal loro feed di notizie, oppure avevano “messo mi piace” come favore a un amico dopo aver ricevuto una richiesta, ma avevano poi rifiutato di ricevere i suoi aggiornamenti.

I follower saranno ora la metrica principale per decretare il seguito generato da una pagina.

Fonte: Socialmediatoday

L’aggiornamento consente, inoltre, un più semplice passaggio da un profilo privato ad una pagina Creator, aggiungendo ulteriori variabili e opzioni al pannello di amministrazione del profilo. 

Fonte: Socialmediatoday

Il feed viene arricchito, inoltre, di nuove funzioni per connettersi con i propri follower.

Fonte: TechCrunch

Per questo mercoledì è tutto, alla prossima settimana!