Ecco Bard, la risposta di Google a ChatGPT #MercoledìSocial

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Benvenuti ad un nuovo appuntamento con il #MercoledìSocial, la nostra rubrica con le notizie salienti della settimana, dal mondo digital. Questa settimana partiamo da Bard, la risposta di Google a ChatGPT che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane.

Elon Musk vuole che i creator sbarchino anche su Twitter e per questo condividerà i guadagni sulle pubblicità che appariranno nei thread di risposta. Spotify invece continua a cambiare strategia di investimento nel podcasting.

Arriva un nuovo social dai fondatori di Instagram: Artifact, un misto tra TikTok, Google reader e Twitter.

Infine TikTok sta sperimentando un modo per resettare la pagine dei Per Te in piattaforma.

Nelle prossime settimane verrà lanciato Bard, la risposta di Google a ChatGPT

Google VS ChatGPT. Chi avrà la meglio?

Ebbene sì, lunedì Google ha annunciato un chatbot AI per competere con ChatGPT chiamato Bard. Inizialmente sarà disponibile solo per alcuni tester, ma dovrebbe arrivare al grande pubblico già nelle prossime settimane.

Dopo il lancio di ChatGPT, infatti, la società madre di Google, Alphabet, avrebbe segnalato un codice rosso interno per cercare di competere con questa nuova minaccia.

Richiamati all’operatività anche i fondatori Sergey Brin e Larry Page, Google si è trovata in difficoltà rispetto al fatto che milioni di persone avessero iniziato a cercare risposte con ChatGPT, invece che sul proprio motore di ricerca.

Ma cosa cambia rispetto a ChatGPT? Bard sarà alimentato da LaMDA, un modello linguistico di grandi dimensioni, e nasce come uno strumento connesso alla ricerca sul Web (non poteva che essere così visto che si tratta di Google).

E per le domande per le quali non esiste una risposta univoca, Bard sintetizzerà una risposta che riflette le diverse opinioni della gente.

Google presenta Bard
Fonte: Twitter/Sundar Pichai
I co-fondatori di Instagram tornano con Artifact, una sorta di TikTok testuale

Fate largo, arriva un nuovo social! Per l’esattezza un misto tra TikTok, Google reader e Twitter.

Il suo nome è Artifact, un feed di articoli personalizzati che utilizza l’apprendimento automatico per capire i nostri interessi e che presto ci permetterà di discutere delle notizie – considerate personalmente più interessanti – con i nostri amici.

Il nome scelto deriva proprio dalla fusione dei termini “Intelligenza Artificiale” e “fatti”, così da rendere subito chiaro di cosa si tratta.

Come funzionerà? Proprio come i “Per Te” di TikTok! Cliccando sugli articoli che più ci interessano (come ad esempio: Harry Styles vince il Grammy per l’album dell’anno), permetteremo all’app di capire i nostri gusti e di proporci sempre più spesso aggiornamenti simili (in questo caso, Harry Styles).

Artifact, nuova piattaforma dei fondatori di Instagram
Fonte: Artifact

Oltre a questo avrà altre due funzionalità: un Feed che mostrerà gli articoli pubblicati dalle persone seguite con anche i loro commenti, e una casella di posta che ci permetterà di commentare le notizie con i nostri amici più stretti.

Non si potrà invece, almeno per il momento, pubblicare un testo a meno che questo non provenga da un articolo pubblicato su un sito esterno.

Twitter inizierà a condividere i ricavi pubblicitari con i creator

Elon Musk vuole rendere Twitter appetibile per i creator. Ci riuscirà?

Se gli streamer vivono su Twitch e i creator si dividono tra Instagram e TikTok, ora anche Twitter vuole creare l’habitat naturale per le persone che vogliono monetizzare con le piattaforme online.

Ancora non è chiaro come avverrà questa trasformazione, ma dopo le settimane di polemiche tra spunte beige, blu e immagini del profilo quadrate, ora Musk ha annunciato che Twitter condividerà i guadagni sulle pubblicità che appariranno nei thread di risposta.

Sì potrà fare, dice Elon, solo se l’account sarà Blue Verified.

Nonostante questo annuncio sia relativamente improvviso, Elon Musk ha parlato spesso dei creator (menzionando anche una quota di ricavi all’inizio di questa settimana). Uno dei vantaggi di avere un account Blue Verified sarà la possibilità di caricare video di qualità superiore e più lunghi, inoltre l’azienda ha recentemente aggiunto un conteggio delle visualizzazioni ai tweet.

Tuttavia, ci sono ancora molti dubbi sulle evoluzioni della piattaforma, e oltre a qualche tweet rimane un alone di confusione costellato da una serie di domande ancora senza una risposta.

In futuro potremo resettare la pagina Per te di TikTok

Avete visto troppi video di Hogwarts Legacy ultimamente su TikTok? Oppure vi siete soffermati giusto quella decina di volte in più sui video con Rosa Ricci di Mare Fuori? Beh, sappiate che a quanto pare TikTok, mentre fa fronte alle controversie con UE e Stati Uniti, sta sperimentando un nuovo modo per resettare la pagina dei Per Te.

Secondo quanto raccolto da The Verge, la feature in questione si chiamerebbe Refresh. Si tratterrebbe di una sorta di “bottone d’emergenza” per le persone che non hanno più molta voglia di vedere i video di qualcuno che urla Avada Kedavra al primo Corvonero che passa oppure di contenuti con l’audio di Rosa Ricci che molla pizze in faccia. Anche se, diciamolo: come ci si può stufare di questo trend?

TikTok presenta Refresh
Fonte: TikTok Newsroom

In questo modo sarà molto più facile scoprire nuovi contenuti e potrete vedere anche quel video che il vostro algoritmo prima non vi avrebbe mai mostrato.

Il futuro di Spotify non sono i podcast esclusivi: È la pubblicità

Come può un’azienda che possiede il più grande servizio musicale al mondo non fare soldi? Purtroppo per Spotify è così. E per questo è arrivato il momento di cambiare strategia.

Più di 450 milioni di persone utilizzano Spotify e quasi 200 milioni hanno un account premium, eppure l’azienda è sempre in perdita. È quello che succede quando si paga ai detentori dei diritti musicali circa il 70% delle vendite in cambio delle loro canzoni.

Il piano iniziale di Spotify era quello di investire nel podcasting, su cui sono stati spesi miliardi di dollari. Ma l’azienda ha comunque perso 160 milioni di euro nei primi nove mesi dello scorso anno.

Quale strategia attuare ora? Spotify vuole costruire una tecnologia pubblicitaria che assomigli ad AdSense o AdWords di Google o, come minimo, una versione del business pubblicitario di YouTube.

L’azienda spera di riuscire un giorno ad aggiudicarsi una fetta più grande nel mercato della pubblicità proveniente dai podcast, senza che venga condiviso con i detentori dei diritti musicali.

Sarà finalmente questa la tattica corretta per incrementare definitivamente le entrate economiche? Staremo a vedere!

Per questo #MercoledìSocial è tutto. Alla prossima settimana!